Costigliole d'Asti – La Rocca
Signori e popolo, fede e carità, dal medioevo ad oggi
L'attuale centro storico di Costigliole, detto popolarmente la Rocca, fu edificato a partire dal XIV secolo come ampliamento del nucleo medievale originario del paese (fine del XII secolo) che si era costituito sul lato di nord-ovest del castello (ora parco pubblico). Il centro storico aveva il suo fulcro nella piazza principale dove si erano collocati, fin dal XIII secolo, la chiesa parrocchiale, la "Casa della Comunità" o municipio (ricostruita nel 1780 dall'architetto Borgese di Neive), il forno e due pozzi pubblici, le botteghe e il mercato settimanale. In origine il centro storico era interamente attorniato e difeso da mura, con bastioni e mezzelune, in larga misura demolite nel 1651 a seguito di un assedio da parte di una compagnia di soldati austriaci, all'epoca in guerra con il ducato sabaudo. Si accedeva entro le mura, protette sui lati sud e nord da profondi fossati, tramite due porte, riparate da rivellini, ponti levatoi e fossati. La prima porta, detta del "Luogo" o "Rossa", a motivo del colore che le era stato dato, si trovava dove ora è il bar-vineria Roma. La seconda, denominata di "Cavorro" (località medievale già situata sull'attuale Bricco di San Martino detto anche Bricco del Vicario) o "Verde", sempre dalla tinta che le era stata conferita, era posta dove ora è presente la casa di riposo Serratrice-Dafarra, all'inizio della rampa di via San Marzano. Le porte, perdendo importanza dal punto di vista difensivo, sono state smantellate sul finire del Settecento. Il centro storico, così come oggi si presenta, è il frutto di modifiche e ricostruzioni iniziate a partire dalla metà del Cinquecento. Nel dedalo delle strade e delle scalinate si scoprono angoli suggestivi e si possono ammirare diverse dimore signorili. Si segnala, per ampiezza e monumentalità, l'attuale casa parrocchiale, comperata dal parroco Pola nel 1804 e già villa dipendente dal castello Asinari, costruita tra il 1765 e il 1766 su progetto di Benedetto Alfieri, che racchiude un sontuoso salone interamente dipinto dai noti fratelli Pozzo (anno 1769). La splendida villa sul lato nord del castello, già agenzia dei marchesi Asinari, innalzata nel biennio 1781-1782 con i disegni di Mario Ludovico Quarini, allievo del Vittone, tra i più significativi esempi del tardo barocco piemontese. Non meno importanti, per architettura e decori interni, sono: la casa porticata neoclassica, in origine del conte Francesco Verasis, opera dell'architetto Adolfo Rignon di Torino del 1858 (sulla piazza); la casa settecentesca dei conti Lanzavecchia di Burio (adiacente la confraternita di San Gerolamo); la villa, ancora d'impianto medievale, già proprietà del conte Giovanni Visone, che custodisce uno splendido salone con stucchi attribuibili al luganese Antonio Catenazzi (anno 1731); la casa di primo Seicento del Monte di pietà, acquistata nel 1778 dalla facoltosa famiglia dei notai Serra (inizio di via Provale) ; la casa che fu dei conti Bosco di Ruffino (davanti alla confraternita della Misericordia); la casa delle carceri (a retro della stessa confraternita); il solenne palazzo seicentesco dell'attuale "Casa Prunotto", sede di mostre ed eventi culturali e la dimora già dei conti Stella di Vaglio, ora sede distaccata della casa di riposo. Arricchiscono il centro storico la grandiosa chiesa parrocchiale di primo Ottocento e le due importanti confraternite seicentesche della Misericordia e di San Gerolamo, caratterizzate dai campanili neobarocchi. Di rimarchevole è l'arco gotico (XIV secolo) che si può ammirare su via Pola, al fondo del vicolo Risso, dove da metà Seicento si trovava un "hospitale" della comunità.